Intervista al parroco di Quartiano don Emanuele
Brusati, promotore di una singolare iniziativa
La discoteca è anche oratorio «M'interessi», un progetto che coniuga educazione e divertimento Michela Conficconi Da circa due anni a Quartiano, in diocesi di Lodi, ha preso il via l'esperienza di «M'interessi», un «disco-pub» a tutti gli effetti capace di aggregare migliaia di giovani. Su questa realtà abbiamo incontrato don Emanuele Brusati, parroco di Quartiano e promotore dell'iniziativa. ![]() Come funziona? La nostra attenzione si sta concentrando su due momenti particolari: la domenica pomeriggio per gli adolescenti, dai quindici ai diciotto anni, e il sabato sera per i giovani, dai venti anni in su. Entrambe le esperienze hanno ampiamente varcato non solo le soglie della diocesi ma anche quelle della regione. Nell'anno e mezzo di sperimentazione della domenica pomeriggio degli adolescenti abbiamo raggiunto migliaia di ragazzi, provenienti da dieci province diverse. La frequenza media si aggira sul mezzo migliaio di persone ogni volta. La domenica degli adolescenti inizia con il pranzo insieme, prosegue con un momento formativo, e termina con la discoteca. Le modalità naturalmente cambiano per il sabato sera, rivolto ad un target più adulto: accanto al momento conviviale, con il ristorante, e alla discoteca, proponiamo anche alcuni input "culturali", con spettacoli, sfilati e mostre. Ne emerge un divertimento che ha anche una certa qualità. Qual è il «metodo educativo»? «M'interessi» pone al centro dell'attività la persona e il suo vero bene. Questo non solo garantendo un divertimento sano, costruttivo, senza fumo o altri spiacevoli «ingredienti», ma anche puntando sulle relazioni umane. Figure fondamentali nella nostra esperienza sono infatti gli animatori, che in modo discreto e «professionale», fanno sentire accolte le persone. Si tratta però di un lavoro molto nascosto, che deve essere affidato ad animatori abili e preparati. Cosa ne pensa della proposta bolognese di buoni taxi? Soluzioni tampone di questo tipo mi sembrano, francamente, un po' patetiche. Oggi si parla di sconti sui taxi, domani di orari di chiusura, ma il vero problema è una certa cultura che innesta il divertimento su nessun tipo di discorso etico e di valori. Questo porta, ovviamente, anche a gravi degenerazioni per il ragazzo. Risolvere la questione delle stragi del sabato sera, al di là delle disgrazie che possono sempre capitare, significa comunicare ai giovani il valore delle vita, e in questo contesto, il significato e il giusto spazio del divertimento. Se anche faccio venire a casa in taxi il ragazzo, rimane il problema del cosa ha fatto prima, con chi è stato, e di come, in generale, costruisce la sua vita. |